Oggi vi descrivo una salita per me di casa: Il passo Giau.
E’ famoso ed è considerato uno dei più bei passi dolomitici da fare in bici e
non solo. Infatti è metà di motociclisti ed appassionati di sci alpinismo. Una
chicca della nostra regione . Ha due versanti , uno da Selva di Cadore (paese
in cui risiedo in montagna) ed uno da Pocol , frazione di Cortina. Sono diverse
, da Selva più costante e più sinuoso , da Pocol leggermente più irregolare con
alcuni strappi oltre il 13%. Mediamente comunque 9% per circa 10 km .
E’ la salita in assoluto che preferisco, dura, lunga e regolare
dal versante di Selva.Lassù il
panorama è bellissimo , forse il più bello delle dolomiti!
Descrizione da Selva:
Come sempre si deve salire modulando l'andatura, senza partire esagerati e considerando che serve 1 ora circa ad arrivare in cima. Se si
vuole forzare un po’ , meglio aspettare il 19° dei 29 tornanti (località Federe)
da lì mancano 2km o poco più ,in un paio di occasioni ho provato a salire
a tutta. Di solito Io lo affronto così:
160 battiti al massimo , fondo veloce, e
60-65 rpm circa sino alla cima. I rapporti sono soggettivi , io uso sempre il
39 o 34 e 21-23? (manca 1 pignone alla fine) . Sfrutto i tornanti per rifiatare
un po’ e se non ci sono macchine cerco di prendendoli larghi così risultano
meno pendenti. Se mi sento bene e ho
voglia di sfidare il tempo di risalita in alcuni tratti leggermente meno
pendenti (ce ne sono un paio) scalo un pignone e cerco di salire con maggiore forza,
mentre nelle parti più pendenti (12-13%) vado più agile possibile. Quando
arrivo al Federe, aumento e vado anche oltre la soglia (170battiti) infine
negl’ultimi 500 metri vado al massimo e
spero di arrivare presto! Non è consigliabile se dopo devi fare altra salita o
se lo fai per la prima volta.
Altri consigli utili sono questi: portatevi una barretta in più perché può succedere di
andare in “riserva” , bevete spesso ad intervalli regolari ,lo sforzo è
notevole. State attenti al meteo. In alta montagna succede spesso che il tempo
cambi e quando piove fa freddo. Quindi portatevi manicotti, antivento per la
discesa e qualcos'altro per difendervi dal possibile freddo. La differenza di
temperatura è sempre da tener conto, cambia sia dalla fascia oraria che dal
meteo. Spesso in cima ci sono anche 4-5° in meno. Altra cosa da fare attenzione
(una volta ne ho fatte le spese) è il sole. A quell’altitudine , quando batte ,
batte forte! IMPORTANTE: ricordarsi che siamo in altura (2236mt) e l’ossigeno è più
rarefatto. Sarebbe meglio farlo dopo un paio di giorni in modo da “ambientarsi”
un po’. Se non si è acclimatati meglio non forzare l’andatura, già fai più
fatica rispetto al solito.
Affrontarlo in solitaria è un bel test di forza mentale.
Provare per credere, spesso nella testa ti balena l’idea di girare la bici e
tornare giù al 15° tornante! Invece un ciclista non deve mollare mai. A volte mi è capitato di risalire in orari
strani (tipo alle 8 del mattino in giugno) si è praticamente da soli e ho
provato la sensazione di essere più
vicino alla natura , molto bello! :-)
C’è anche il sentiero per la MTB, molto bello e ancora più
duro e fa parte della marathon del civetta , una delle più dure in circolazione
e paragonabile alla mitica Hero.
Questa salita l’ho affrontata una decina di volte in questi
anni, è sempre una bella sfida. La
scorsa estate ho incrociato vari ciclisti tra cui un signore di 78 anni!!!
Il mio “record”, l’ho
fatto nel 2013 con la MTB su strada ed è 57m49sec, mentre in bici da strada nel 2014 con 51m09sec, Con il ritmo descritto prima, la velocità
media è stata di 11km/h. La prima volta
nel 2007 sempre con la MTB ho impiegato più di 1h10m. Aldilà del tempo che per me è solo pura curiosità, l'importante è provarlo ed arrivare alla fine!
DA SELVA:
DA POCOL:
PASSO GIAU
FONTE WIKIPEDIA:
Si tratta di uno dei passi leggendari del Giro d'Italia, soprattutto dal versante di Colle Santa Lucia, per la sua durezza (misura 10,1 km con una pendenza media del 9,1%) e la sua costanza, mentre il versante ampezzano è più breve (8,6 km) e leggermente più facile (8,3% di pendenza media) anche se rimane molto impegnativo in quanto la pendenza media è falsata da alcuni facili tratti iniziali, mentre nella parte centrale e finale è molto dura e costante.
Al Giro d'Italia è stato Cima Coppi, cioè la cima più alta scalata dal Giro in quell'edizione, nel 1973, quando vi transitò per primo lo scalatore spagnolo José Manuel Fuente, e nel 2011, quando scollinò per primo in vetta Stefano Garzelli.
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